DUREZZA:
indica la resistenza che un materiale oppone alla sua penetrazione. Esistono vari metodi per determinare la durezza. I più comuni sono:
- metodo Janka: consiste nell’individuare il carico necessario per fare penetrare completamente nel legno una sfera di acciaio avente superficie di 1cm²;
- metodo Brinell: misura il diametro dell’impronta circolare lasciata nel elgno da una sfera di acciaio (generalmente di 10 mm di diametro) caricata con un carico variabile da 10 a 100kg in funzione alla durezza del legno (normalmente si caricano 50 kg). La durezza viene espressa in kg/mm².
RESISTENZA ALL’USURA:
e’ il comportamento della superficie quando viene a contatto con altri corpi in movimento come ad esempio, le suole delle scarpe, le sedie a rotelle, ecc.
DURABILITA’:
E’ la capacità del legno di resistere ad alterazioni provocate da funghi ed insetti. Essa dipende da particolari sostanze presenti soprattutto nel durame (parte interna del tronco) che ne determinano la resistenza. Invece l’alburno (parte esterna del tronco) è facilmente attaccabile poiché contiene sostanze nutritive per funghi e insetti.
VARIAZIONE DIMENSIONALE:
Il legno, soprattutto se molto secco, tende ad assorbire umidità dall’ambiente dando luogo ad un fenomeno di rigonfiamento. Se umido, invece, cede umidità all’ambiente e si ha il fenomeno del ritiro.
Si ottiene l’equilibrio igroscopico del legno quando c’è, al suo interno, un adeguato contenuto in percentuale di umidità e in rapporto alla condizione igrotermica ambientale (temperatura ambiente e - U.R.A. umidità relativa dell’aria).
Di seguito riportiamo i valori standard all’interno dei quali ci si deve attenere perché il legno non subisca bruschi movimenti:
- Umidità del legno 9 ± 2%
- U. R. Aria 45% al 65%
- Temperatura 15° al 25%
OSSIDAZIONE:
Il colore del legno varia nel tempo a causa dell’EFFLORAZIONE, che è l’essudazione degli ESTRATTIVI (sostanze coloranti presenti nel legno quali zuccheri, amidi, tannini, pigmenti), causata anche dall’esposizione all’aria ed in particolare ai raggi ultravioletti. Le tonalità di colore sono legate alle zone di crescita della pianta, in quelle temperate avremo tonalità più chiare o bianche (rovere, acero, frassino…), l’ossidazione di tali legni è meno evidente.
Nelle zone equatoriali avremo tonalità più scure se non nere (wengé, afromosia, doussiè…) nelle quali l’ossidazione sarà più evidente.